Il calendario 2003
Le immagini di Vincenzo Ammazzalorso propongono per il 2003, anno delle montagne, un itinerario che, partendo da un altipiano, raggiunge luoghi dalle particolari visioni, improntate a tradizioni operose o a scorci tranquilli ed incontaminati.
Pur mantenendo il carattere scientifico di una lettura territoriale, queste immagini sono legate da una riflessione che evoca un senso di pacata elegia. La poetica di Ammazzalorso è infatti in una tranquillità senza rassegnazione, in un richiamo a valori individuali, che vogliono farci rivivere un passato non lontano, non come fuga dalla realtà, ma come contrapposizione alla immanente virtualità che condiziona il mondo contemporaneo. Poesia come riflessione umana, senza rimpianti e senza nostalgie, ma senza ansia del presente.
Dall’altopiano innevato alle gole del Vezzola, dal vecchio mulino con cascatelle al mulino abbandonato ed incorniciato dai pioppi, dalla bestia da soma ai piccoli muli accanto ad una casa con gàfio, dalle cascate plurime, prorompenti o immerse nel verde, ai boschi di faggio delle montagne abruzzesi e molisane spira un’aria di soavità e di pienezza. Non manca il richiamo all’aspetto più poetico e tradizionale della pastorizia, sia nella stasi del meriggio o nella coralità di un movimento dal richiamo dannunziano, sia nella presenza-assenza di animali in uno stazzo abbandonato.
Ammazzalorso vive così il suo rapporto natura-cultura, cercando di cogliere la quotidianità inedita di uno svolgimento vitale, nella visione diretta di ciò che rimane nella memoria collettiva della vita nei campi o nei boschi, in luoghi cioè non urbanizzati e legati alla cultura materiale.
Vincenzo Ammazzalorso è nato a Teramo il 5 luglio 1948.
Laureato in Scienze Forestali, si è dedicato all'attività didattica e professionale, coltivando l'interesse per la fotografia. Le sue immagini realizzano una visione "diretta", senza alterazioni emozionali, secondo una versione della modernità che si è lasciata alle spalle sia il gusto del romantico che le prospezioni contemporanee di dissolvimento esistenziale. L'autore mostra così luoghi raccolti, dove la cura e la conservazione del reale possano lasciar sopravvivere una visione personale, scientifica e al tempo stesso partecipe del culto di una memoria.